Valle di Primiero, un’oasi per e-bike
Il Trentino e l’e-bike continuano a dimostrarsi un’accoppiata vincente, lo abbiamo voluto appurare anche in Valle di Primiero dove abbiamo scoperto un’ oasi per le biciclette a pedalata assistita.

Pedalare in una cartolina
“Mi scusi, di là si arriva sulla ciclopedonale?”
"Si si, tranquillo, ormai qui tutto è ciclabile! Una volta per quella strada ci passavano le mucche, ma adesso non ce n’è quasi più..”
L’incrocio in cui mi trovavo è uno dei tanti in cui ci si può imbattere a Fiera di Primiero, il comune al centro di una valle che ospita un dedalo di percorsi ciclabili e ciclopedonali. In tutto parliamo di circa 250 km tra itinerari ad anello e di collegamento, da affrontare preferibilmente in sella ad una e-bike.
Troviamo infatti single-track molto impegnativi, ma anche tracciati più semplici adatti ai bambini e alle famiglie. Questa varietà di sentieri rende Val Primiero una vera e propria oasi per e-bike, dove la cura dei tracciati e la ricchezza di panorami mozzafiato sembrano quasi far pedalare all’interno di una cartolina.


Da Fiera di Primiero a San Martino di Castrozza..
Transacqua è una località appena sopra Fiera di Primiero, il nostro punto di partenza della prima tappa verso San Martino di Castrozza.
Siamo a circa 750 slm, un’altitudine non eccessiva da cui si ammira un panorama aperto, dominato dalle scenografiche Pale di San Martino.
Il percorso fa parte della più lunga Ciclopedonale Primiero - San Martino e il tratto extra-urbano in questione si può dire inizi dal PumpTrack, un bike park per bambini che fa gola anche a bikers adulti come me. Da lì, dopo un’ apprezzatissima colonnina di ricarica per e-bike, si comincia a salire molto dolcemente attraversando prati, torrenti, antiche cascine e anche un ponte tibetano, tutto su un fondo asfaltato tenuto benissimo.



Superato il ponte tibetano la salita comincia ad essere più dura e l’e-bike dà una grossa mano. Ho tenuto un livello di assistenza medio di 2 su 5, solo in pochi casi ho usato il turbo.
Senza la pedelec avrei probabilmente spinto o sarei arrivato su stremato (rinunciando così all’uscita del giorno successivo). Dopo qualche km si arriva a San Martino di Castrozza, posto a circa 1440 slm e devo dire che sulle gambe si sentono tutti, anche se in e-bike. Bisogna quindi gestire bene la batteria e non esagerare con l’assistenza, nonostante si tratti di un percorso di difficoltà media che si copre in circa 3 ore.


..e ritorno verso Mezzano
Scendendo invece a sud, sempre da Fiera di Primiero, la ciclopedonale continua fino ad arrivare all'altezza di Pezze, uno delle ultime frazioni della vallata. Qui il tracciato costeggia il fiume Cismon ed è decisamente più semplice rispetto a quello che porta a San Martino. La strada asfaltata è quasi tutta pianeggiante ma comunque divertente, ben illuminata e molto rilassante. Ci sono tanti brevi sottopassaggi, incroci stradali, e nonostante ciò ci si sente sempre al sicuro. Perfetto insomma per le famiglie.
Quasi alla fine della ciclabile si arriva ad una rotonda che porta al paese di Mezzano, un comune citato tra i borghi più belli d’Italia. L’aria del Trentino si respira a pieni polmoni, soprattutto verso sera quando sale una leggera nebbiolina che sembra amplificare l’odore delle stufe che ardono e del cibo di bottega. Girare in e-bike in questo borgo è stato davvero bello, le salite sono piuttosto ripide e i masi (tipiche costruzioni del Trentino) si incastrano tra loro dando luogo a scorci molto suggestivi.
Questa è una tipologia di percorso facile che richiede meno di mezz’ora, adatta davvero a tutti ma sempre meglio in e-bike (soprattutto per girare a Mezzano).



In salita per Fedai
Diverso il discorso per il sentiero ciclistico chiamato Di rifugio in rifugio nei boschi del Primiero, un perfetto esempio di quelli più difficili della vallata. Si può imboccare in vari punti, il più in basso è quello tra Fiera di Primiero e Transacqua. Qui la salita è dura fin da subito, per i non allenati l’e-bike è essenziale, ma anche chi ha gambe potenti deve calibrare molto accuratamente lo sforzo per non arrivare stremato in cima. I primi km sono quelli in cui si compie un maggiore dislivello, ma per fortuna la strada è molto curata e ciò aiuta non poco.
Si passa principalmente per il bosco nel quale si alternano grandi prati in pendenza dove possiamo ammirare cavalli al pascolo, asini, capre e altri simpatici animali che tendono a fissare i passanti. Dopo una decina di km si arriva in pianura, lì si può tirare un po’ il fiato e rifocillarsi grazie anche alla presenza di un paio di rifugi e agriturismo. Se gestite bene l’assistenza arriverete stanchi ma non distrutti e avrete ancora le forze per proseguire il lungo sentiero che, se completato, richiede tutta la giornata.
Procedendo verso Fedai la strada conduce al bacino artificiale di Val Noana e al suo ponte tibetano. Il problema è arrivarci: superato Fedai e poi ancora la località Iner le cose si fanno più complicate perché la discesa che porta al ponte è molto ripida e in autunno si riempie di foglie. Siamo di fronte ad un track per esperti, inadatto a chi ha affittato l’e-bike per la prima volta. Fortunatamente si può sempre tornare indietro, è molto facile orientarsi in questa valle e la mappa ufficiale informa correttamente sulla difficoltà dei percorsi.



Per riassumere, Valprimiero è una location che si presta ad essere vissuta da diverse tipologie di e-biker, dal più giovane e meno esperto fino a chi ama il brivido della discesa.
Come sempre però è bene informarsi e chiedere ad un centro informazioni prima di fare il salto più lungo della gamba e finire in sentieri troppo difficili. Se siete principianti vale in generale la regola secondo cui quando la strada smette di essere asfaltata e un po’ troppo ripida conviene prendere in considerazione l’idea di tornare indietro.
A parte queste indicazioni di sicurezza il posto merita davvero ed è possibile andarci tutto l’anno evitando solo la stagione soggetta a nevicate.
Io personalmente ci tornerò di sicuro.